sabato 2 agosto 2008

LECCE NEI MARSI: Il centenario di San Biagio

La Marsica Orientale si prepara ad accogliere i turisti, dal 13 al 21 agosto 2008


Il secondo anniversario della festa di San Biagio, dopo una commemorazione che ebbe luogo nel 1983, quando a Lecce era sindaco Mario Spallone e parroco don Michele Morgani, cade nel 2008, a 25 anni di distanza dal primo. Questa ricorrenza viene denominata dalla gente “centenario” ed è sempre stata praticata dai leccesi in modo del tutto spontaneo: l’attuale Amministrazione intende adesso perpetuarla nel tempo, puntando un faro sulle prerogative di questa bella manifestazione. Ad accogliere anche i turisti una Lecce nei Marsi adeguata a nuove e più moderne esigenze, con una villa comunale ripristinata nel migliore dei modi e pure una piscina comunale olimpionica, di grande livello sportivo.
Tante e interessanti le iniziative atte a coinvolgere i presenti, che vedono protagonisti, nel realizzarle, gli abitanti del Centro della Marsica orientale, caratterizzati da una solerzia senza pari e da evidenti doti organizzative; soprattutto, particolarmente attivi i giovani componenti il comitato - feste, che, con un intervento più mirato rispetto agli scorsi anni, hanno curato tutti gli aspetti delle ricorrenze che officiano uno dei santi più amati della Regione.
Per la prima volta e alla presenza (oltre che delle autorità locali), del sindaco di Cardito (NA) Giuseppe Barra, nonché di Sua Eminenza il cardinale Darìo Castrillòn Hoyos, le reliquie di San Biagio saranno portate in processione il 17 agosto 2008 per le strade di Lecce nei Marsi. Oltre ai riti squisitamente religiosi (solenne apertura del Centenario con arrivo delle spoglie del santo, celebrazione eucaristica, lettura della “Bolla Pontificia” per la concessione dell’indulgenza plenaria e sacro rito di benedizione della gola dei fedeli), grande attrattiva sarà costituita dai costumi tradizionali leccesi, indossati dai figuranti.
Qualche dato su San Biagio, amato in Abruzzo tanto quanto S. Antonio: nato a Sebaste, in Asia minore e vissuto tra il III ed il IV secolo D. C., Biagio fu vescovo e dottore. Perseguitato da Licinio, che governava la parte orientale dell’Impero romano (Licinio era contrapposto nelle scelte a quelle dell’imperatore Costantino il quale, con l’Editto di Milano legalizzò la libertà di culto), si rifugiò in un eremo dove, come credenza popolare vuole, fu nutrito dagli animali selvatici che guariva se erano feriti. E non smise di operare miracoli neppure quando fu rintracciato ed incarcerato. Dopo un processo sommario, Biagio fu suppliziato con dei pettini roventi, che normalmente erano lo strumento dei cardatori e dei quali, una volta santo, divenne patrono. Condannato alla decapitazione, mentre veniva condotto al patibolo vide una madre recargli il suo bambino che aveva una spina di pesce conficcata in gola: pregando, San Biagio ne scongiurò la fine prematura e per questo, da allora, è anche considerato protettore della gola e della voce.
Questa la storia straziante di quella che deve essere stata una persona sicuramente molto generosa, dalla ria sorte, comune a molti altri ai suoi tempi, e che in Abruzzo e soprattutto a Lecce, non si dimentica: a ricordare con affetto San Biagio anche il nostro Vescovo dei Marsi monsignor Pietro Santoro e, in prima linea, l’adoperarsi solerte di don Andrea Kot, parroco di Santa Maria Assunta.
Citiamo l’Amministrazione comunale che ha dato il patrocinio alla manifestazione e che, come sempre sospinge, confidando in un’evoluzione più veloce, ciò che è storia e cultura a Lecce, affiancando il proprio zelo alla notevole operosità (lo ribadiamo), dei giovanissimi che compongono il Comitato - feste.

Dal 13 al 21 Agosto a Lecce nei Marsi, “Centenario di San Biagio”, molte saranno le iniziative che si susseguiranno: non è stato trascurato l’aspetto ludico (anche per i più piccoli) e poi, di punta, avranno luogo eventi come sagre, un raduno d’auto, la presentazione di un libro,la fanfara dei carabinieri, spettacoli comici e, dal 14 fino al 21 agosto, la mostra dell’artista Paolo Veneziani. Il 21 agosto alle 21,00, concerto in piazza di Enrico Ruggeri.

Orietta Spera

venerdì 1 agosto 2008

LECCE NEI MARSI: Paolo Veneziani, il pittore “cromatista”

Espone a Lecce nei Marsi (AQ) dal dal 14 al 21 Agosto

E’ soffusa e gioviale l’atmosfera in cui le sue tele ci immergono: il senso della realtà permane in un angolo di tempo dove però, badate bene, a ben guardare tutto è surreale, dalla stesura del colore in poi. Paolo Veneziani segue una linea personalissima interpretando la fugacità della vita e la conseguente labilità che la determina, apponendovi una praticità acquisita con l’esperienza… il colore è un fresco, essenziale costituente di base (ha detto: “sono un cromatista” e ci tiene a ribadirlo), è l’elemento guida di tutti gli elaborati che si insinua, rinnovandolo sempre, in un universo festoso, denso di positività ma solo apparentemente di superficie, esteriore e raggiungibile. Le sue opere ci infondono subito profondità, dolcezza, equilibrio e quelle “macchie”, quei “punti” di impressionistica memoria, che costituiscono un insieme che nasce dall’estro non comprimibile di Veneziani, danno corpo ad una completezza stilistica d’impatto e d’impeto… E poi hanno vigore, una forza inaspettata e tenace che esplode ad un tratto, contrapponendosi alla poesia del colore tipicamente tenue. Veneziani ci cattura prima che ci si sia resi conto di essere diventati parte di una magia che alberga nel cuore, si innamora dei borghi antichi e, mentre li fa suoi traducendoli in sogno, inevitabilmente ci coinvolge.
Il suo è un procedimento di riscoperta, che passa attraverso i pastelli ad olio adoperati con fluidità su tele più scure della norma e dalle quali, con facilità aliena ai più, la luce si sprigiona con tutte le variazioni percettibili nell’arco di un giorno. Il colore predomina sull’ossatura strutturale delle case: essa è tangibile anche se solo evocata e sovente è immersa nei tanto amati “capricci” vegetali. Su tutto, il buon gusto della semplicità. La peculiarità cromatica dell’artista si fonde con l’anima delle antichità dei nostri bei posti marsicani, con l’intento di diffondere il patrimonio degli avi e di farlo conoscere soprattutto alle nuove generazioni. Ecco perché immortala, su duecento tele, la pittoresca Pescocostanzo dove vive per venti anni ed ecco perché fa oggi lo stesso con Lecce nei Marsi. Gli abitanti dello splendido paese della Marsica orientale riconoscono con affetto ed orgoglio anche i borghi antichi di Castelluccio e Taroti, visti attraverso un trompe l’oeil insolito e che apre, per questo, a nuovi orizzonti intimi.

PAOLO VENEZIANI è romano. Figlio d’arte, segue le orme del padre Adolfo mentre, dai quindici ai diciotto anni, dà una mano all’estroso genitore imparando a gestire i propri personalissimi slanci pittorici in studio. Intanto dipinge di nascosto e, più tardi, si aggiudica un posto nell’empireo italiano dei grandi, dove è giusto che sia locato anche lui: Via Margutta.

L’Artista espone a Lecce nei Marsi, Villa Comunale, con il patrocinio dell’Amministrazione, dal 14 fino al 21 agosto 2008. Molte sue opere sono state realizzate dal 10 al 20 luglio 2008 a Lecce.

Orietta Spera